Una testimonianza di fede tra canzoni, preghiere e parole. Il cammino spirituale dell’autore lo ha portato a diventare Cavaliere di Maria e a fondare un gruppo di preghiera.
Nelle tappe del suo percorso, tra pellegrinaggi a Medjugorje e l’esperienza in convento, ci parla della famiglia, della sofferenza, della castità come risposta alla frenesia della società attuale, della riscoperta della fede e come questa sia la luce che illumina il cammino, del giudizio degli altri che può pregiudicare la ricerca della propria felicità.
“Tu non mi giudichi” è un libro che parla di Amore, un messaggio di speranza che giunge alla consapevolezza che il vero amore sia quello divino.
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DALLA PREFAZIONE DEL LIBRO
Nicola è una persona molto gentile, riservata, nonostante la sua inesauribile sete di conoscenza. Si presenta molto discreto ma, una volta guadagnata la sua confidenza, non manca di rivelare la sua innata curiosità e la sua personalità brillante. Il suo racconto è come lui: come un fiume che nasce da una piccola sorgente, si crea spazio piano piano nel terreno, fino a scorrere con una forza incontenibile. Ogni spunto potrebbe dare vita a decine di affluenti, andando a irrigare terreni inesplorati.
Le sue sono esperienze di vita semplici, ma che possono lasciare un segno in chi legge, soprattutto un messaggio profondo di speranza. Nicola ed io ci conosciamo da alcuni anni, ci siamo trovati subito in sintonia, ricordo che mi ascoltava sempre con attenzione e ha iniziato presto a fidarsi di me. “Mi piace come parli” mi disse una volta. Quando Nicola mi ha chiesto di supervisionare la scrittura di questo libro, ho accettato volentieri, ma non ero sicuro di essere la persona giusta.
Mi sono convinto presto, però, che il libro in fondo fosse già lì, pronto, c’era solo bisogno di mettere in fila le parole. Ho registrato e riascoltato molte ore di conversazione, con la scrivania sempre piena di testi. A mano a mano che gli argomenti prendevano corpo, si delineava un percorso, un cammino nella sofferenza e, soprattutto, nella gioia della Fede, attraverso la musica, le preghiere e i ricordi. Ho sperimentato per primo, sulla mia pelle, la forza di queste parole: non nego di aver trovato conforto certe volte proprio nel rileggere, sistemare e correggere ciò che ci eravamo detti e scritti. Nei momenti difficili che la vita mi ha sottoposto, mi sono trovato di fronte proprio ciò di cui avevo bisogno.
Così come Nicola racconta nelle tappe del suo percorso spirituale. “Tu non mi giudichi” è un libro che parla di Amore, quello con la “A” maiuscola. Si racconta il passaggio dalla ricerca dell’amore umano-terreno alla consapevolezza che il vero amore sia quello divino. Potrà capitare di piangere e di ridere scorrendo i capitoli di “Tu non mi giudichi”. Nelle parole di Nicola non c’è traccia dell’ambizione di insegnare, ma solo la passione di condividere l’essenza più profonda della vita e della testimonianza di un uomo umile. Nicola ha sempre un quaderno con sé, dove annota i pensieri, che possono diventare canzoni, testi o preghiere. Il suo è proprio un bisogno primario, l’urgenza di scrivere e di condividere quello che ha dentro.
La Musica, in particolar modo, è il veicolo che gli permette di esprimersi nella maniera più diretta ed efficace. Se fosse per lui, ogni giorno inciderebbe una nuova canzone e scriverebbe un nuovo capitolo. “Tu non mi giudichi” è un testo adatto anche per donne e uomini di poca fede, come me, poiché i fatti, gli incontri, le esperienze della sua vita trascinano in un viaggio che non può lasciare indifferenti. A maggior ragione, però, può essere apprezzato da chi ha una Fede profonda, che può ritrovare i riferimenti, le parole del Signore e il significato intrinseco nelle canzoni.
Chi conosce già Nicola Miceli, potrà apprezzare e approfondire certi racconti inediti della sua vita. A chi, invece, lo incontra per la prima volta, non resta che lasciarsi affascinare e farsi portare per mano in questo cammino.
Arturo Lepri